[ Agosto 28, 2020 ]

Gen. Domenico Olivo

Qui vi trovate sulla via dedicata al Generale Domenico Olivo.

Si tratta di un personaggio illustre di San Pietro.

Nato qui, il 7 febbraio del 1869 entrò nelle Fiamme Gialle con il grado di sottobrigadiere.

Conseguì poi la qualifica di Brigadiere ed entro nella scuola degli Allievi Ufficiali di Caserta, dalla quale uscì con il grado di sottotenente.

Il primo ottobre 1920 diviene colonnello.

Nel 1911 scovò una frode scandalosa che coinvolse personalità di alto rango, tra cui un deputato. Impegnato nella Grande Guerra conseguì la croce al valor militare dopo aver guidato il battaglione impegnato sul fronte tridentino.

A Trento uscirono negli anni successivi due opere a lui dedicate.

Nel frattempo diviene Generale.

Colpito da un grave male decide di trascorrere i suoi ultimi mesi nella sua amata ed indimenticata San Pietro, dove muore il 2 novembre del 1947.

[ Agosto 28, 2020 ]

Le Querce

Qui siete davanti alle Querce secolari di San Pietro.

Luogo storico di ritrovo per adolescenti, adulti ed anziani.

Le querce sono una vera e propria icona al punto che sono state prese come simbolo della nostra associazione.

Due querce robuste e imponenti che sono al centro di un nostro progetto che si concretizzerà completamente entro il settembre del 2021.

L’area sarà intitolata a Falcone e Borsellino e diventerà la Piazzetta della Legalità di San Pietro.

Il tutto avverrà dopo una riqualificazione dell’area.

La scala qui di fronte sarà ridipinta e porterà tridimensionalmente le frasi di Falcone e Borsellino, con tanto di illuminazione.

Questo è il senso di ciò che vogliamo diventi la nostra comunità. Vigile e cosciente, portatrice di valori sani e fondamentali per creare una società sana e generazioni che possano seguire il nostro esempio.

[ Agosto 28, 2020 ]

Casa della Regina e Fiera di Trinchise

I vicoletti stretti, vecchi e tortuosi che attraversate in questi minuti rappresentano forse la parte più vecchia e fragile di San Pietro.

Qui davanti avete una costruzione molto vecchia, praticamente impraticabile, chiamata “Casa della Regina”.

La difficoltà di rendere moderna quest’area è da molti ricollegata, come detto, alla suggestiva leggenda delle Fate dell’Acqua Vecchia.

 

APPUNTAMENTI DA NON PERDERE

Una tradizione antichissima di San Pietro è la tradizionale “Fiera di Trinchise” che si tiene la seconda domenica di ottobre.

Oggi è divenuta purtroppo un comune mercatino.

Nei decenni passati, fino a non molto tempo fa, era invece una fiera in cui si vendevano animali e in cui presenziavano molti artigiani.

Questo è il nostro nuovo obiettivo e punto di partenza.

Ricostituire una due giorni un po’ diversa.

Per il 2020 proveremo, nella giornata di sabato, a creare una fiera di artigiani della provincia di Catanzaro e oltre.

Nel futuro l’intenzione della nostra associazione è quella di provare a restituire autenticità e tradizione a questo appuntamento. Che sarà rinvigorito e reso nuovamente importante.

[ Agosto 28, 2020 ]

Acqua Vecchia

Quella che vedete vicino a voi è la storica “Acqua Vecchia”.

Questo luogo è stato per decenni importantissimo per le signore di San Pietro che vi si recavano a fare il bucato o a lavare l’ingente quantità di ortaggi raccolta nei campi.

L’immagine della donna che lava i panni, realizzata da Brunella Pisani, cristallizza alla perfezione la tradizione del luogo che è avvolto anche da una misteriosa leggenda.

Si tratta della storia delle tre fate.

Il racconto vuole che questo luogo fosse la dimora di tre bellissime ma riservatissime fate che ogni domenica si recavano in Chiesa per prendere parte alla Messa.

Ed era solo in occasione della funzione religiosa che le fate si recavano tra la gente.

Per questo motivo alcune persone, incuriosite e vogliose di scoprire l’identità delle tre misteriose donne, versarono inchiostro nella pila dell’acqua santiera.

Questo avrebbe intrappolato le fate e le avrebbe rese visibili nel momento in cui avrebbero intinto le dita per fare il segno della croce.

Inevitabilmente la trappola funzionò e tutti videro le tre donne con un segno nero sulla fronte.

L’offesa delle fate fu ritenuta così grave che scagliarono una maledizione di “eterna vecchiaia” all’assetto urbanistico del centro storico.

Per sempre ci sarebbero state costruzioni vetuste e pericolanti. E nessuno sarebbe mai riuscito ad ammodernarle. Ancora oggi i vicoli di San Pietro sono molto vecchi e più avanti vedrete anche una delle zone più vecchie e pericolanti che, per i più scaramantici, conferma la veridicità della bizzarra leggenda.

[ Agosto 28, 2020 ]

Chiarello e Bussu

Siete arrivati a “Chiarellu”.

Zona oggi vuota e disabitata che ha avuto un fiorente passato.

Negli anni 60 era definita la “Vaticano” del paese. Vi abitavano circa una cinquantina di persone nelle case inerpicate che vedete ora ancora presenti e purtroppo vuote.

Famiglie numerosissime ed unite tra di loro che rappresentavano un minuscolo ma consistente rione.

 

 

CURIOSITA’

Un’altra tradizione di San Pietro è collocata la sera di Pasqua.

Camminando lungo il paese viene cantato il Santo Rosario. L’evento è conosciuto da tutti con il nome di “Bussu”.

Nel canto, infatti, si arriva ad un momento topico in cui il latino diviene vernacolo e nasce la sfida tra i due gruppi a chi afferma con più vigore il termine “bussu” che poi, altro non è, che la parte finale del latino “Tu in Mulieribus”.

Sono state moltissime le serate che trascorse da numerosissimi gruppi di giovani, adulti ed anziani che hanno tramandato la tradizione di generazione in generazione.

Il testo che viene cantato e “sanpietresizzato” è quello latino dell’Ave Maria.

Ave Maria, gratia plena,

Dominus tecum,

benedicta tu in mulieribus,

et benedictus fructus ventris tui, Iesus.

Sancta Maria, mater Dei,

ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.

Amen.

[ Agosto 28, 2020 ]

Piazza e Minestra

Siete ora arrivati presso l’antica Piazza di San Pietro.

In questi luoghi si svolgeva principalmente la vita pubblica dei sanpietresi negli anni antecedenti al terremoto del 1783.

L’evento sismico fortunatamente non causò catastrofi sulle vittime (solo una) ma rappresentò un problema importante per l’assetto urbanistico.

Dopo il sisma il re Ferdinando I di Borbone per risolvere, almeno in parte, i problemi generati dal terremoto fece valere l’antico diritto del sovrano di servirsi dei beni ecclesiastici in presenza di situazioni di grave necessità.

Venne così disposta la chiusura dei monasteri con meno di dodici monaci e incorporare tutti i beni alla Cassa Sacra, mentre i monasteri più grandi dovevano versare le loro rendite. Affitti e loro riscossione oltre che il pagamento degli operai addetti alla ricostruzione e la vendita dei terreni gravavano tutti sulla Cassa Sacra ed i terreni in suo possesso erano divenuti demaniali a tutti gli effetti.

   

PILLOLA CONTEMPORANEA:

San Pietro è oggi conosciuto in tutto il circondario per il culto riservato alla Madonna della Luce, che si venera nell’omonimo Santuario in Piazza Vittorio Emanuele nel giorno dell’8 settembre.

Vogliamo raccontarvi il piatto tipico del dì di festa.

‘A Minestra è realizzata con la zucca ad acqua (anche detta zucca lunga), le polpettine di carne, il cavolo cappuccio, il formaggio ed il brodo di carne.

La tradizione nasce sfruttando le colture che davano i loro frutti nei giorni di festa e coniugandole con l’immancabile tradizione gastronomica delle polpette.

[ Agosto 28, 2020 ]

Santu Vrasi

Il rione dove vi trovate è chiamato “Santu Vrasi”, o “San Biagio”, dal nome della via.

Il nome è dettato dal fatto che in questi spazi ora urbanizzati era presente una Chiesa dedicata a San Biagio.

Si trattava di una delle sette Chiese presenti a San Pietro Magisano.

La Chiesa parrocchiale era dedicata a Santa Maria, le altre dislocate lungo il paese erano l’antica Chiesa del Carmine, la Chiesa di San Biagio, la Chiesa dell’Addolorata, la Chiesa dell’Immacolata, la Chiesa del Rosario, la Chiesa di San Marco e quella dedicata a San Nicola.

I luoghi di culto furono rasi al suolo dal sisma del 1783.

La costruzione delle Chiese avvenne nel corso dei secoli precedenti e va ricordato che fino al 1464 il Casale di San Pietro appartenne ai Conti Ruffo di Calabria.

Sotto il loro dominio si diede vita ad un ingrandimento e rifioritura dell’agricoltura e del commercio.

All’epoca era fiorente la produzione della seta, perché il terreno fertile consentì la coltura dei gelsi e quindi l’allevamento dei bachi da seta.

Nel 1529 a San Pietro fu riconosciuto l’appellativo di “Terra”.

Lo stemma è ancora oggi conservato in cima all’altare ligneo del Protettore San Pietro.

Reca la scritta “Terre S. Petri” e vi sono le chiavi incrociate dell’apostolo, sormontate da tre cappellette. La centrale aveva una croce più grande delle due vicine e riprenderai motivo delle tre basiliche che ornavano lo stemma della città di Taverna.

[ Agosto 27, 2020 ]

Inizio percorso

Benvenuti e grazie di essere venuti a visitare il nostro percorso.

Il 2020 sarebbe dovuto essere l’anno di lancio di un Festival culturale nuovo di zecca.

La pandemia lo ha fatto saltare ma, come diciamo spesso, poco male.

Abbiamo ideato questo colorato, coinvolgente e innovativo percorso che possa consentire ai visitatori di camminare per circa 80 minuti (compreso il tempo per realizzare le foto da postare su Instagram) e scoprire gli angoli più sconosciuti di San Pietro Magisano, sotto una nuova veste.

Lungo il percorso potrete godere le opere realizzate da 6 giovani ed eccellenti artisti calabresi.

Claudio Chiaravalloti, Paola Morpheus, Giuseppe Scalise, Brunella Pisani, Rosario Vero ed Annalisa Gitto dal 7 agosto al 4 settembre del 2020 hanno dato vita ad autentiche meraviglie.

Il percorso è composto da 30 opere complessive e si incentra su cinque tematiche.

Fotografia, Etnicità, Cinematografia, Gastronomia e Legalità.

Attraverso le opere è stata ripercorsa e valorizzata la storia calabrese, le sue tradizioni e le eccellenze locali.

San Pietro Magisano è un borgo che nasce intorno all’anno 1064 e viene fondato da 50 famiglie latine, 16 famiglie greche e 8 famiglie gote provenienti dalla vicina Taverna Vecchia.

L’origine del borgo è dunque indissolubilmente legata all’antica Trischene, che dominò per lunghissimo tempo i vasti territori presilani.

Il Casale di San Pietro fu fondato in quel contesto, proprio nel luogo in cui inizia la salita per la Sila e punto di passaggio per mercanti, carovane e transumanze.